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Lo sfigmomanometro è un apparecchio medico utile per misurare la pressione. Comunemente noto come misuratore della pressione, permette appunto di misurare i valori di minima (pressione diastolica) e massima (pressione sistolica) della pressione arteriosa. In questo articolo capiremo meglio cos’è ed il suo funzionamento.
Lo sfigmomanometro è un apparecchio, di tipo biomedico. Viene chiamato anche sfigmometro o sfigmoscopio e conosciuto comunemente come misuratore della pressione. Fu inventato al finire del 1800 dall’italiano Pietro Pulli e perfezionato poi da Scipione Riva-Rocci. Harvey Kusching portò questo strumento da Pavia, posto nel quale ne venne a conoscenza, agli Stati Uniti.
Fatta un po di storia sull’apparecchio medico in questione, passiamo ad alcuni dettagli più specifici. Lo sfigmomanometro serve a misurare i valori di pressione diastolica e pressione sistolica. Questi valori sono comunemente conosciuti come minima e massima. Tenere sotto controllo questi valori non è difficile e richiede poco tempo, oltre che essere molto importante. L’ipertensione arteriosa, malattie conosciuta come “killer silenziosa” per la sua assenza di sintomi, è una delle malattie maggiormente diffuse nei paesi industrializzati. Per questo l’utilizzo in casa di uno di questi strumenti può risultare utile, seppur accompagnato da costanti controlli medici e a rimedi naturali per la pressione.
Negli ultimi anni i classici sfigmometri a colonna (composti da una pompetta attaccata ad un bracciale) sono stati man mano sostituiti dai più moderni modelli digitali. Questi misuratori di pressione elettronici sfruttano il sistema oscillometrico per la misurazione. Oltre ad un sistema di operazione ben più semplice (di cui parleremo in seguito) questi modelli presentano sempre più funzioni accessorie. Un esempio ne è la possibilità di salvare le varie misurazioni così da poter controllare tutte le variazioni nel tempo di questi dati. Esiste poi una versione più “portatile” del classico misuratore della pressione, che consiste nel modello da polso. La precisione non varia, l’unica differenza è la compattezza di quest’ultimo.
Prima di capirne il funzionamento, va fatta un’ultima precisazione. Conservare il classico Sfigmomanometro a pompetta non richiede particolare attenzioni. Una volta pulito puoi rimettere l’apparecchio nel suo contenitore facendo attenzione a non smontare mai il manometro. Ciò comporterebbe un danno al macchinario. Bisogna anche fare bene attenzione che la lancetta indichi lo 0. Nel caso in riposo non punti sullo 0 il misuratore andrebbe fatto ricalibrare. Il modello digitale richiede meno accortezze nella conservazione, sempre seguendo le istruzioni di ogni modello.
Per misurare la pressione il paziente deve essere in posizione seduta o sdraiata. L’accavallamento delle gambe potrebbe portare ad un errata lettura, quindi meglio evitare. Il corretto funzionamento dello sfigmomanometro potrebbe dipendere anche dall’agitazione del paziente. Quindi sempre meglio cercare di essere rilassati e a proprio agio quando si pratica questa misurazione.
A questo punto bisognerà indossare il bracciale sul braccio nudo. Il marchio va posizionato sopra l’arteria. Il bordo inferiore dello sfigmometro a colonna dovrebbe essere distante dalla piega del gomito di circa un centimetro. Una volta ben posizionato si può procedere chiudendo il bracciale. Sarà poi necessario chiudere la valvola (in senso orario) e gonfiare il bracciale premendo sulla pompetta con rapidità. Posizionando uno stetoscopio sentirai un suono alla misurazione della massima, che cesserà poi alla rilevazione della minima. A questo punto si può aprire la valvola sgonfiando il bracciale. Con un misuratore di pressione digitale, basterà posizionare il bracciale e far partire il macchinario che si gonfierà e sgonfierà in automatico. Vedrete i dati di massima e minima poi sul display.
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