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Per viaggiare in sicurezza sulla propria moto, è doveroso che ogni pilota indossi un casco omologato così da proteggere la testa dagli urti. Oggi scopriremo alcune caratteristiche relative in particolare al casco integrale.
Innanzitutto occorre precisare che si tratta di un copricapo protettivo che fa parte dell’equipaggiamento protettivo individuale che ogni motociclista dovrebbe disporre.
Il tutto viene realizzato utilizzando dei materiali resistenti che possono essere adatti sia al lavoro o all’attività sportiva.
Il casco ha il compito di proteggere il cranio da eventuali urti sull’asfalto stradale o dalla possibilità che diversi oggetti possano conficcarsi al suo interno.
Tra le diverse tipologie di casco esistenti sul mercato, il modello che si consiglia maggiormente per chi ama andare in moto è il casco integrale. In particolare si consiglia di optare per un modello che sia anche omologato. Si tratta di un’apposita etichetta posta sul cinturino con sopra una E,seguita da un numero che identifica lo Stato in cui è stata effettuata l’omologazione.
La E3 sta ad indicare l’omologazione Europea per lo Stato numero 3, ovvero l’Italia. Prestate particolare attenzione se utilizzate tipi di casco non omologati. Il rischio è che si può incorrere in sanzioni oltre a mettere in pericolo la propria l’incolumità.
Inoltre l’uso del casco (che sia integrale o meno) è obbligatorio secondo il “Decreto Legislativo N. 285 del 30/04/1992″. In particolare tale norma stabilisce che il copricapo protettivo deve essere indossato da:
Risultano esenti da tale obbligo:
Nel caso delle biciclette, il codice della strada non impone alcun obbligo,a meno che non si tratti di competizioni giovanili. In tal caso ciascun partecipante deve avere in dotazione il proprio caschetto, pena l’esonero dalla gara.
Inoltre è assolutamente vietato sfilare il casco, in caso d’urto, soprattutto se violento. Ciò in quanto deve essere rimosso da un membro del personale del 118 che risulta in grado di preservare l’allineamento del rachide cervicale del paziente traumatizzato. L’impatto subito dal casco si può trasferire sul rachide cervicale che deve essere mantenuto allineato sino a diagnostica ospedaliera.
L’uso del casco permette di ridurre l’incidenza delle lesioni al cranio. Secondo un sondaggio, solo il 30% di coloro che usano il casco riporta lesioni al capo contro il 51% di chi non ne usufruisce, tra cui anche una riduzione delle fratture craniche. Dunque indossare il casco non è solo un obbligo, ma un vero e proprio salva vita.
Il casco è un dispositivo a cui molte persone ritengono di non dover prestare troppa importanza. Tuttavia si tratta di un oggetto particolarmente importante, nonché un componente essenziale del corredo di un motociclista, come la tuta, il paraschiena, i guanti e così via.
Come tutte gli oggetti davvero importanti, anche il copricapo protettivo necessita di manutenzione e va cambiato. Non esistono delle regole ben precise per capire quando scade il proprio casco. Tuttavia è possibile capire quando è giusto doverlo cambiare. Secondo alcuni è doveroso sostituire il proprio oggetto ogni 5 anni in quanto possono presentarsi sulla sua superficie o al suo interno delle crepe, non visibili a occhio nudo. A lungo andare o in caso di impatto, potrebbero risultare compromettenti per la salute o per la testa del pilota.
Una delle regole basilari è nel campo delle moto è di non utilizzare elementi troppo vecchi. Ciò a causa del naturale degrado di colle e resine utilizzate per la loro fabbricazione. Si tratta di situazioni che si possono verificare perché causate dal tempo e dagli agenti atmosferici, shock termici e sole a cui le calotte sono esposte.
Un’altra norma non proprio ufficiale, stabilisci che la sostituzione deve avvenire in particolare se si verificauna caduta. Una semplice fessurazione può rivelarsi fatale, qualora l’indossatore fosse vittima di un successivo impatto.
Nonostante in molti siano restii a rinunciare al proprio casco perché si affezionano a esso, è importante procedere con la sostituzione del prodotto dopo un certo periodo di tempo o se risulta anche lievemente danneggiato.
Per quanto riguarda i modelli di casco integrale esistono di differenti tipologie a seconda dei propri bisogni o delle proprie preferenze. Secondo il parere di produttori e esperti del settore, oggi vi presentiamo i cinque modelli più scelti e consigliati per coloro che utilizzano frequentemente la moto durante le loro attività:
Il primo esempio che vi consigliamo è di un casco integrale con doppia visiera Yema YM-829. Presenta un ottimo rapporto che offre tra le prestazioni elevate e un prezzo di vendita molto consono. Lo Yema è resistente e molto robusto, ma anche molto leggero e comodo per chiunque lo indossi. Il suo prezzo di listino parte dai 69.99 euro.
E’ un modello integrale tra i migliori caschi da moto del 2017. Ha una lente anti-appannamento, tuttavia non è dotato di una seconda visiera parasole. La fantasia e i colori stringono gli occhi soprattutto ai giovani centauri. Il suo costo si aggira ai 68 euro.
Il catalogo dei caschi integrali HJC ha ampliato ulteriormente la sua gamma di caschi integrali con una linea ispirata ai supereroi Marvel dedicati a Deadpool e a Ghost Rider. Qui i prezzi partono dai 200 euro in su.
Presentato in anteprima al Salone di Milano, il nuovo casco integrale Givi 40.5 è il primo del brand italiano. Si presenta con calotta in fibra di carbonio, oltre che in fibre composite. Disponibile in versione X-Carbon e X-Fiber, con un prezzo rispettivamente che va dai 439 e dai 279 euro. Il nuovo elmetto Givi è robusto, leggero e assolutamente aerodinamico.
La casa giapponese propone un casco integrale QV-PRO dedicato al turismo. Una delle sue principali caratteristiche è rappresentata dalla visiera con sistema VAS (Variable Axis System) e PSS, che contrasta l’appannamento, la condensa e il riverbero della luce in qualsiasi condizione climatica.
È dotato di un visierino parasole esterno e la sua struttura è ottimizzata per assicurare il maggior comfort aerodinamico. Per quanto riguarda il prezzo, si tratta del casco più caro tra i cinque. Infatti, il QV-PRO viene venduto a circa 700 euro.
La calotta costituisce la superficie esterna del casco. Può essere realizzata con differenti materiali suddivisi in 2 macro categorie: Termoplastici e Fibre(di vetro, kevlar o carbonio). Le Termoplastici sono realizzate utilizzando dei prodotti di qualità inferiore. Al contrario le Fibre risultano prodotte secondo un livello superiore.
Ogni prodotto può avere un’unica misura di calotta adottata per tutte le taglie. Nel caso di caschi top di gamma, possono esserci più calotte dedicate in base alla misura: in particolare viene sempre specificato dalla casa madre sul materiale allegato al prodotto o sul sito internet del produttore stesso.
Sul mercato sono possibili reperire varie modelli della chiusura per caschi. In particolare esistono due tipologie di chiusure: a sgancio rapido o ad anelli doppia D. Il primo è presente su caschi che vengono impiegati per lo più per percorrere le strade cittadine. Al contrario, la seconda categoria viene impiegata in pista e sebbene sia più scomodo obbliga l’indossatore a regolare la tensione del cinturino ogni volta che si indossa.
Si tratta di uno strumento utile per consentire la ventilazione all’interno del copricapo protettivo. Un’eccessiva presenza di umidità potrebbe creare problemi alla vista del pilota, in quanto si appanna il vetro della visiera.
Per assicurasi della presenza di tale strumento è consigliabile, quando si reca in un negozio apposito per acquistare il proprio casco, chiedere informazioni agli addetti. In caso si acquista il prodotto in rete, leggere con occhio attento le recensioni e le didascalie del prodotto che si vorrebbe comprare.
E’ possibile trovare disponibili diverse tipologie di imbottiture. Alcune sono le cosiddette estraibili, in quanto consentono una facile. l’igienizzazione. Altre vengono definite le imbottiture gonfiabili che consentono al casco di adattarsi e calzare in maniera corretta al viso dell’indossatore. Infine ci sono alcuni particolari tipo che presentano due linguette, che in caso di incidente consentono l’estrazione della testa dal casco con facilità.
In caso di acquisto in un negozio, è consigliabile sempre provare personalmente il casco per trovare la soluzione più comoda al proprio uso. In particolare se siamo abituati ad usare accessori sotto al casco come occhiali da vista, auricolari o altri oggetti simili.
Tendenzialmente il peso di questo particolare prodotto varia intorno a 1500 grammi . Tuttavia esistono prodotti, in particolare in fibra, che pesano anche 200 grammi in meno. Spesso i modulabili dotati di visiere oscurate estraibili possono arrivare a pesare anche molto di più. Occorre precisare che la pesantezza non incide sull’uso quotidiano dell’oggetto.
Un dettaglio quasi superfluo che non ha niente a che vedere con la sicurezza e la comodità che il copricapo deve offrire. Tuttavia si tratta di una caratteristica relativa all’estetica, un modo per dare un tocco di colore al proprio accessorio. Si consiglia di optare per uno stile in linea con il proprio mezzo oppure prendere spunto dai caschi indossati dai famosi motociclisti.